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giovedì 9 gennaio 2014

Ricerche ''social'' attraverso le foto: arriva 'Jelly'


L'ex socio di Twitter, ovvero mister Biz Stone, ha presentato la sua nuova startup. Si tratta di '' Jelly''. Ha lo scopo di diventare il motore di ricerca più umano esistente.  Dopo i 140 caratteri di Twitter, arriva una piattaforma che usa un mezzo ancora più veloce come le foto, ed è un motore di ricerca 'social', con le risposte fornite dagli utenti. Praticamente Jelly effettua l'analoga funzione di un "motore di ricerca convenzionale, nel senso che consente di trovare risposte alle domande che vi si pongono", ma le analogie si fermano qui: intende assolvere allo scopo sfruttando le connessioni dell'utente e le immagini. In sintesi nella migliore delle ipotesi può essere considerato uno strumento per la raccolta in crowdsourcing delle risposte, nella peggiore come una sorta di versione via app, aggiornata e perfezionata, di Yahoo Answers.


Ma, attenzione, Jelly non permette di porre domande testuali, ma solo accompagnate da immagini. Lo scopo principale è quello di ottenere una risposta alla classica domanda “cos’è questo?”, ma è anche possibile utilizzare foto prese da Google Image Search o da altre fonti, per poi aggiungere un testo. Se sull’utilità di Jelly non si possono avanzare critiche visto che l’idea è sicuramente originale, tutto un altro discorso va fatto per quanto riguarda gli aspetti tecnici dell’applicazione che non è esente da bug. Sul Samsung Galaxy Nexus utilizzato per effettuare il test sono stati riscontrati diversi problemi che hanno influito sicuramente sulla qualità di utilizzo: crash improvvisi, riavvi dell’applicazione con conseguente rallentamento generale del telefono.


L’app, come anticipato, rinverdisce l’abitudine di chiedere suggerimenti a persone di fiducia, e sembra allontanarsi dal modello, più enciclopedico e distaccato, di Google o di Bing. Si è cercato di fondere l’esperienza di “Answers” che ha avuto ottimi riscontri sul portale Yahoo, con lo straripante patrimonio di contatti in Rete di cui ormai tutti disponiamo. L'app dà anche l'opportunità di condividere fotografie, così da risolvere dubbi legati magari al nome di una pianta o da offrire il contesto di una determinata domanda. Sulle immagini gli utenti possono intervenire: rimpicciolendole, ingrandendole o disegnandoci sopra mediante le funzionalità interne dell'app. Biz Stone, uno dei cofondatori di Twitter, ha abbandonato la piattaforma 'cinguettante' a giugno 2011 per "dedicarsi ad altri progetti".

fonte: http://punto-informatico.it/3969905/PI/News/jelly-social-network-che-fa-motore-ricerca.aspx