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giovedì 8 novembre 2012

La pericolosità dei prodotti con cheratina per i capelli

Capelli lisci, non crespi, per due/tre mesi. Si tratta dell'allettante promessa del trattamento '' alla cheratina '', che è quasi sempre a base di formaldeide, dunque pericoloso per la salute. La cheratina, infatti, spesso non è nemmeno presente nel prodotto, ma il suo nome serve tuttavia a suscitare l'idea di rinforzare i capelli in modo naturale.

In Brasile, nazione in cui è nata questa tecnica, da alcuni anni il Ministero della Salute ne impedisce la messa in commercio. Così come del resto fanno alcune nazioni del Vecchio Continente, Usa e Canada. '' Bandita la formaldeide, questi trattamenti liscianti promettono di non averla tra gli ingredienti, ma la contengono sotto forma di composti che poi la liberano ''.


Ciò è sostenuto da Bianca Maria Piraccini, ricercatrice in Dermatologia presso l'Università di Bologna. I rischi sono: irritazione di occhi e vie respiratorie, allergie cutanee e caduta dei capelli, a causa dell'effetto tossico sui follicoli piliferi, fino a sviluppo di tumori. '' La presenza di formaldeide, aldeide, glutaraldeide, formalina o metilen glicole sull'etichettà del prodotto lisciante deve far scattare un campanello d'allarme '', avverte la specialista.

'' Poi è bene far attenzione alla procedura. Infatti, c'è da insospettirsi se il parrucchiere prevede un'applicazione ciocca per ciocca, un tempo di posa pari a venti/trenta minuti e un successivo passaggio della piastra stira-capelli calda; o se il prodotto che comperate per uso domestico avverte di non lavare i capelli per tre/quattro giorni, non esporli ad ambiente umido, e acconciarli con fermacapelli o elastici ''.

martedì 31 luglio 2012

Il rischio di infarto aumenta per chi lavora di notte

Chi lavora su turni notturni ha un rischio leggermente maggiore di andare incontro a un attacco di cuore rispetto a chi lavora di giorno. Ciò è testimoniato da una ricerca apparsa sul British Medical Journal, che ha raccolto i dati di analisi precedenti per un totale di 2 milioni di lavoratori. Lo studio guidato dall'universita' dell'Ontario (Canada) ha analizzato 34 articoli gia' pubblicati, che hanno dato conto di oltre 17 mila eventi coronarici. Il rischio di attacco di cuore e' risultato piu' alto del 24 per cento nei lavoratori notturni, mentre quello di ictus del 5 per cento e quello in generale di un evento coronarico del 25 per cento. All'incremento del rischio di malattia, sottolineano pero' gli autori, non ha fatto seguito un analogo incremento nella mortalita', che sale solo di poco. La causa del maggior rischio, spiegano gli esperti, sta nella difficolta' a dormire e ad avere un'alimentazione equilibrata: "Chi effettua turni notturni non ha un periodo ben definito di riposo - affermano - sono in uno stato di perpetua eccitazione del sistema nervoso, il che porta a conseguenze negative per obesita' e colesterolo. Programmi di screening dovrebbero essere realizzati al fine di identificare le persone che rischiano di più".
fonte: http://salute.agi.it/primapagina/notizie/201207311247-hpg-rsa1013-cuore_i_turni_di_lavoro_notturni_aumentano_il_rischio_di_infarto

giovedì 5 luglio 2012

Rilevata correlazione tra autismo e gene del cervelletto

Interessante scoperta medica: un solo gene nel cervelletto dei ratti e' apparso correlato all'insorgere di sintomi autistici. Gli scienziati della Harvard Medical School, a quanto si legge su ''Nature'', cancellando questo gene da topi in cui era stato indotto l'equivalente murino del comportamento autistico, sono riusciti a guarire la malattia. Inoltre, gli studiosi hanno scoperto che la rapamicina, un comune immunosoppressore, previene questi sintomi. Il gene in questione e' collegatoalla Tuberous Sclerosis Complex (Tsc): quasi la metà di coloro che soffrono di Tsc sviluppano autismo. 

E' la prima volta che si rileva un coinvolgimento del cervelletto nell'autismo. Gli scienziati hanno anche scoperto che la somministrazione della rapamicina, soprattutto durante il periodo di sviluppo dei topolini, preveniva la comparsa di sintomi comportamentali di tipo autistico. Presto partiranno alcuni trial clinici che proveranno la efficacia della everolimus, un composto della stessa famiglia della rapamicina, sui disordini neurocognitivi dei più piccoli.