La Cina, per dimensioni il terzo paese del mondo, è delimitata a nord dai deserti della Mongolia, a ovest dall'inospitale altipiano del Tibet e dall'Himalaya e a est dal Mar Cinese Meridionale e dal Mar Cinese Orientale. Le sue 22 provincie e le cinque regioni autonome sono governate da Pechino insieme a circa 5000 isole. Hong Kong e Macao sono tornate alla Cina in qualità di regioni ad amministrazione speciale (SAR). Di fronte alla costa sud-orientale del paese vi sono alcuni territori contestati: il più famoso di questi è Taiwan, oggetto di una disputa che di tanto in tanto si riacutizza. La Cina è un mondo a sé che spazia dalle metropoli moderne, alle praterie epiche della Mongolia Interna passando per deserti, vette sacre, grotte straordinarie e rovine imperiali. La Cina è un luogo di forti contrasti e di grandi bellezze nel quale, una volta imparato a farvi largo tra la folla e a evitare di farvi travolgere, troverete molte cose da vedere. Non lasciatevi trarre in inganno dalla vecchia retorica comunista: oggi l'hobby più diffuso è fare soldi. A meno che non disponiate di un paio d'anni di tempo e di una pazienza illimitata, la soluzione migliore per visitare la Cina è stabilire un itinerario di base, per esempio andare da Pechino al Tibet passando da Xi'an per ammirare l'esercito di terracotta e un tratto della Via della Seta, scendere lungo il fiume Yangzi o ancora esplorare gli straordinari paesaggi della provincia di Guangxi.
I cinesi vennero uniti in un unico impero per la prima volta con la dinastia Qin (221-207 a.C.), in un'epoca che vide la nascita di istituzioni amministrative che caratterizzarono lo stato cinese per i 2000 anni seguenti. Oltre a introdurre una forma di controllo centrale, la dinastia stabilì uno standard di pesi e misure e un sistema di scrittura; durante questo periodo venne anche costruita la Grande Muraglia. Con la dinastia successiva, quella degli Han (206 a.C.-220 d.C.), ci fu un periodo di consolidamento e di espansione durante il quale il contatto con i 'barbari' che vivevano ai margini dell'impero provocò conflitti militari ma portò anche vantaggi commerciali. La prima metà del XX secolo fu un periodo caotico durante il quale varie forze si contesero il potere della dinastia Qing, giunta ormai al declino. Mentre gli intellettuali cercavano una nuova filosofia per sostituire l'antico ordine confuciano, i governatori militari del nord (i cosiddetti 'signori della guerra') tentavano di impossessarsi del potere imperiale. Il Kuomintang (KMT, Partito Nazionalista) di Sun Yatsen, con base nella Cina meridionale, iniziò ad addestrare un Esercito Nazionale Rivoluzionario con il quale intendeva sfidare i signori della guerra. Nel frattempo i colloqui tra i rappresentanti del Comintern sovietico e i marxisti cinesi determinarono nel 1921 la formazione del Partito Comunista Cinese. Le speranze che il partito si allineasse con il KMT andarono in fumo con la morte di Sun Yatsen e l'ascesa di Chiang Kaishek, un membro del KMT che auspicava la nascita di uno stato capitalista dominato da una ricca classe elitaria e guidato da una dittatura militare.
I comunisti si suddivisero in una fazione che si concentrò sulla rivolta urbana e una secondo la quale l'unico sistema per ottenere la vittoria era unificare le campagne. Radunate le proprie forze nei monti dello Jinggangshan, Mao Zedong adottò la strategia della guerriglia e nel 1930 le sue disordinate armate erano ormai diventate un esercito di 40.000 uomini. Chiang Kaishek mise in atto quattro campagne di sterminio contro i comunisti, ma ciascuna di esse si trasformò in una vittoria delle forze comuniste grazie alla loro strategia di sferrare attacchi brevi invece di combattere battaglie campali. Con la quinta campagna le sorti del conflitto rischiarono di capovolgersi perché i comunisti, mal consigliati, cambiarono strategia e si scontrarono in una battaglia frontale con il KMT. Vedendosi circondati, i comunisti decisero di ritirarsi dallo Jiangxi e di dirigersi a nord verso lo Shaanxi con quella che diventò nota come la Lunga Marcia del 1934. Dei 90.000 uomini che vi presero parte solo 20.000 riuscirono ad arrivare a destinazione, a un anno di distanza e dopo aver percorso 8000 km. Lungo il cammino i comunisti armavano i contadini che incontravano e ridistribuivano le terre, dimostrando che il popolo cinese era in grado di combattere a patto che gli si fornisse metodo, organizzazione, guida, speranza e armi. Durante la marcia Mao si affermò quale capo supremo del partito comunista.
Nel 1948 e nel 1949 furono combattute tre violente battaglie con le quali il KMT venne sconfitto e centinaia di migliaia di suoi soldati passarono nelle file del partito comunista. Il 1° ottobre 1949 Mao Zedong proclamò la nascita della Repubblica Popolare Cinese. Chiang Kaishek fuggì a Taiwan, portando con sé tutte le riserve auree del paese e quel che restava dell'aviazione e della marina. Gli Stati Uniti continuarono a riconoscere Chiang Kaishek quale capo legittimo dello stato cinese e organizzarono un blocco navale per evitare attacchi contro Taiwan. La Repubblica Popolare si ritrovò a gestire una nazione ridotta alla bancarotta, ma con gli anni '50 iniziò un periodo di grande ottimismo. La guerra contro la Corea e la difesa da una possibile invasione statunitense fecero nascere negli abitanti un nuovo senso di unità nazionale; nel 1953 l'inflazione si era ormai arrestata, la produzione industriale era tornata ai livelli precedenti al conflitto, la ridistribuzione delle terre era stata completata ed era stato avviato il primo piano quinquennale. Il partito incrementò il proprio controllo, organizzando gli abitanti in base alle professioni e dividendo il paese in 21 province, 5 regioni autonome, due municipalità (Pechino e Shanghai) e circa 2200 contee. Nel frattempo molti intellettuali del KMT che erano rimasti nel paese furono 'rieducati', mentre scrittori e artisti vennero sottoposti a rigidi controlli ideologici; ma forse la conseguenza più tragica del dominio del partito fu la 'liberazione' (ovvero invasione) del Tibet nel 1950.
In Cina, la calligrafia è da sempre ritenuta la più alta forma di arte visiva, tanto che un tempo il carattere delle persone veniva giudicato dall'eleganza della loro scrittura. Ovunque nel paese si vedono esempi di calligrafia a scopo decorativo, dai templi alle pareti delle grotte, dai fianchi delle montagne ai monumenti. Gli utensili principali usati in quest'arte, ossia l'inchiostro e il pennello, sono gli stessi utilizzati nella pittura; gli elementi più importanti sono il segno e la tonalità. La lingua ufficiale della Cina è il mandarino di Pechino, che i cinesi chiamano putonghua. Circa il 70% della popolazione parla questo idioma, ma esso non è altro che la punta di un iceberg linguistico poiché esiste una gran quantità di dialetti e sotto-dialetti, in alcuni casi molto simili fra loro. La cucina cinese gode di una meritatissima fama e presenta una grande varietà, ma in genere non è adatta alle persone schizzinose. Gli stessi cinesi ammettono di mangiare qualsiasi cosa munita di quattro zampe, fatta eccezione per i tavoli. Gran parte dell'arte culinaria della Cina comunque consiste nel produrre piatti ingegnosi con un numero limitato di ingredienti. La Grande Muraglia Cinese è lunga due volte e mezzo rispetto a quanto si pensasse. E (forse) anche per questo, ne potremo ammirare più che in passato. Si tratta del manufatto più vasto mai prodotto dall'umanità. Un'indagine approfondita ha svelato che l'infinita fortificazione ha un'estensione lineare complessiva di 21.196,18 chilometri, praticamente mezzo giro del mondo, contro gli 8.850 stimati finora, e i 5mila che avevamo studiato a scuola, conseguenza della traduzione letterale del nome originale dell'opera, Wan-Li Chang-Cheng, appunto la Muraglia dei 10mila Li, dove il Li è l'antica unità di misura cinese, oggi standardizzata a 500 metri. Lo studio è stato condotto a cominciare dal 2007, e i primi risultati, due anni dopo, avevano ipotizzato la cifra di poco inferiore a 9mila chilometri. Ma ora, come riportano l'agenzia cinese Xinhua e Bbc online, l'Amministrazione del patrimonio culturale cinese ha svelato il definitivo che non fa che aggiungere meraviglia a un'opera già iscritta nelle 7 Wonders mondiali oltreché nella lista Unesco World Heritage dal 1987.
fonti: http://www.lonelyplanetitalia.it e http://viaggi.repubblica.it/articolo/cina-la-muraglia-raddoppia/225730
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