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domenica 11 novembre 2012

L'utilizzo delle cellule staminali sotto forma di spray

Le cellule staminali sono utili anche nei trapianti. Un'èquipe medica le ha impiegate due anni fa a Londra sotto forma di spray su una trachea: dopo aver rimosso le cellule del donatore, sono state spruzzate sulla struttura cartilaginea rimasta.

Così si è assicurata la compatibilità col ricevente, un bambino inglese di dodici anni: la nuova trachea è stata '' letta '' dal sistema immunitario come propria perchè era ricoperta con cellule staminali prelevate dal suo stesso midollo osseo. Il sistema mostra i miglioramenti più visibili se somministrato ogni due settimane: la ferita si riduce velocemente, a partire dal momento in cui inizia la cura.


Nello spray rivoluzionario e innovativo la composizione è a base di cheratinociti, fibroblasti e  fibrinogeno ancora vitali. Oggi i risultati sono buoni: la trachea '' ingegnerizzata '', che non ha dato origine a rigetto, si è integrata perfettamente. Si è dunque fatto a meno del tubo tracheale, il quale provocava emorragie. Lo studio è stato pubblicato su '' The Lancet ''. Ora che l’efficacia e la sicurezza del trattamento sono state testate, i ricercatori dovranno valutarne l’effettiva utilità come trattamento di routine e i costi.

Per quanto riguarda un altro studio sulle staminali, per curare ferite o ulcere cutanee potrebbe presto essere disponibile uno spray che spruzza un leggero strato di cellule della pelle. Il nuovo ritrovato è stato infatti testato con successo da un team di ricercatori dell’Università di Miami e dell’azienda Healthpoint Bioterapeutics.


Durante questo studio un unico spray topico costituito da cellule viventi della pelle è stato utilizzato per il trattamento delle ferite. Le cellule viventi del farmaco interagiscono con le cellule del paziente favorendo la guarigione delle ferite. In questo studio è stato determinato anche il dosaggio ottimale di fibroblasti e cheratinociti  da utilizzare nel preparato che ha notevolmente accelerato la guarigione.

sabato 10 novembre 2012

Come ringiovanire le cellule attraverso una 'macchina del tempo'

Sarà possibile ricavare cellule cardiache da un lembo di pelle, e aggiustare così un cuore malato. Una speranza per la cura di malattie degenerative e gravi proviene dalla scoperta annunciata ieri, ovvero una specie di "macchina del tempo", la quale consente alle cellule umane adulte di essere ri-programmate, come fossero di nuovo allo stadio embrionale, in altri tipologie di cellule utili a riparare organi o tessuti danneggiati.


Gli esiti dello studio, comparsi sulla rivista statunitense "Cell Transplantation", sono stati presentati dai docenti emeriti di Biologia molecolare Carlo Ventura e Giovanni Caldara. E sono un’evoluzione del lavoro dei premi Nobel Shinya Yamanaka e John Gurdon, padre storico della clonazione che tanto clamore ha provocato sul fronte della bio-etica. Lo scienziato nipponico ottenne invece cellule staminali senza bisogno di toccare gli embrioni. "Questo lavoro rappresenterà un punto di riferimento nel dibattito scientifico su un tema in cui è bene parlino gli esperti", dice il rettore Ivano Dionigi.


I ricercatori bolognesi, in equipe con gli istituti di Firenze e Sassari, hanno adoperato una tecnologia denominata Reac, brevettata, capace di far ottenere la riprogrammazione delle cellule adulte "grazie all’utilizzo di una emissione a bassissima intensità di un campo radioelettrico e non attraverso ingegneria genetica o con l’uso di vettori virali" come già sperimentato da Yamanaka. Una tecnologia sicura, cioè "senza rischio tumorale", affermano.


La scoperta sarà ora messa sotto la lente d'ingrandimento dalla comunità scientifica internazionale. "Anziché far tornare le cellule adulte indietro nel tempo — afferma Caldara — abbiamo fatto prendere a queste stesse cellule altre strade, come se si partisse già da staminali embrionali, indirizzandole verso cellule di tipo cardiaco, muscolare-scheletrico e neuronale". Le cellule staminali adulte, ottenute anche dal tessuto adiposo, costituiscono il futuro sempre più concreto per la cura di malattie degenerative. "Cercheremo di validare quanto scoperto in vitro in modelli animali — chiosa Ventura — per essere poi pronti all’utilizzo terapeutico".

fonte:http://bologna.repubblica.it/cronaca/2012/11/10/news/ecco_la_macchina_del_tempo_che_fa_ringiovanire_le_cellule-46307009/

giovedì 14 giugno 2012

Svezia: Grazie a staminali ricostruita vena a una bambina

Un gruppo di chirurghi scandinavi facente parte dell'University of Gothenburg e dello Shalgrenska University Hospital sono riusciti a ricostruire uno dei più importanti vasi sanguigni in una ragazzina di appena dieci anni a partire dalle sue cellule staminali. La piccola aveva un cattivo flusso sanguigno tra l'intestino e il fegato. I dottori hanno preso una vena da un donatore deceduto che e' stata successivamente immersa nelle cellule staminali della bambina, provenienti dal suo midollo osseo. Lo studio e' stato pubblicato su 'Lancet'. "Abbiamo utilizzato un processo chiamato de-cellularizzazione, in cui le cellule del paziente originario sono effettivamente lavate via mediante l'uso di enzimi e detergenti", hanno dichiarato i medici, "ciò permette di evitare il fenomeno del rigetto: rivestendo il tessuto di trapianto con le staminali della ragazzina siamo riusciti a farlo identico a quello dell'organismo ospite.Non solo la nuova vena aveva un flusso migliore, ma la qualita' della vita per la bambina e' nettamente migliorata". Il vaso è stato "lavato" di tutto il materiale vivente, finché è rimasta solo una struttura proteica. In questa matrice sono state iniettate le cellule staminali della paziente, prelevate dal midollo osseo, che in due settimane hanno formato una nuova vena pronta per essere trapiantata: «Nell'anno successivo all'intervento la bambina è cresciuta di sei centimetri e di cinque chili». La vena è solo il primo passo, spiegano gli autori dello studio: «Questa ricerca stabilisce la fattibilità e la sicurezza del trattamento in caso di ostruzione o insufficienza venosa - sottolineano - e apre nuove aree di ricerca, come ad esempio cercare di riprodurre le arterie da utilizzare nei by-pass. 
fonte: http://salute.agi.it/primapagina/notizie/201206141344-hpg-rsa1030-staminali_ricostruita_in_svezia_una_vena_a_bambina_di_10_anni