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venerdì 2 novembre 2012

Geni dell’uomo di Denisova presenti anche nell’uomo moderno

Analizzando a fondo una mappatura completa del Dna dell’uomo di Denisova, un gruppo di ricercatori ha notato che alcuni suoi geni sono rinvenibili ancora oggi nell’uomo moderno. L’uomo di Denisova era uno stretto parente dell’uomo di Neanderthal. I suoi geni, a quanto pare, sono correlati soprattutto alla pelle scura e ad occhi e capelli marroni.

Lo studio è stato svolto dagli scienziati dell’Istituto di Antropologia dell’Evoluzione del Max Planck a Lipsia, guidati da Svante Paabo. La ricerca ha anche messo in evidenza che si tratta di coloro che vivono nelle isole del Sud-Est asiatico, compresi malesiani e aborigeni australiani, i quali condividono più geni con gli uomini di Denisova.


La ricerca è stata possibile confrontando il Dna dell’uomo di Denisova con il genoma dell’uomo di Neanderthal e undici uomini moderni provenienti da luoghi diversi della Terra. Le analisi mostrano anche che le variazioni genetiche degli uomini di Denisova erano estremamente basse, più basse rispetto agli uomini moderni, suggerendo che sebbene questo gruppo di uomini arcaici fu presente in larghe regioni dell’Asia il gruppo non crebbe mai molto numericamente. I resti appartenevano a una ragazza di un gruppo di esseri umani arcaici sconosciuto fino ad allora e che fu chiamato uomo di ‘Denisova’ dal luogo in cui furono trovati i frammenti.


Documenti fossili dell’uomo di Denisova ce ne sono pochi, dicono gli scienziati, l’esistenza di questo gruppo venne alla luce soltanto nel 2010, quando fu analizzato il Dna estratto da un pezzo di un osso di un dito e due molari scoperti nella grotta di Denisova sui monti Altai della Siberia meridionale.

martedì 30 ottobre 2012

Scoperta in Congo la scimmia dal volto umano: il Lesula

Dotato di una struttura fisica smilza e allungata, misura quasi cinquanta centimetri, è in possesso di un volto assai singolare e di un carattere tranquillo, mansueto e socievole. Si tratta del primo identikit del '' lesula '', in ambito scientifico conosciuto anche con la denominazione di '' Cercopithecus lomamiensis '', ovvero la nuova specie di scimmia rinvenuta al centro della foresta africana, esattamente nella Repubblica del Congo.

La scoperta è stata opera di una coppia di ricercatori statunitensi, tali John e Terese Hart, i quali videro per la prima volta un lesula in cattività nel corso del 2007, nella casa di un insegnante: di lì, decisero di individuarne altri esemplari, ma in libertà. Gli Hart hanno fin qui conteggiato 48 '' lesula '', in un'area di quasi diciassettemila chilometri quadrati nella foresta nel medio corso del fiume Lomami, una regione con una grande varietà di primati: in 28 anni, è la seconda volta che in Africa viene scoperta una nuova specie di scimmia.


"Questa scoperta potrebbe essere solo la prima in quest'enome foresta tropicale poco conosciuta", ha affermato l'antropologo Andrew Burrell della New York University, il quale ha partecipato allo studio. Il Lesula assomiglia alla scimmia faccia di gufo (Cercopithecus hamlyni), tuttavia hanno requisiti differenti, in modo particolare nel colore del pelo, che va dal rosa al grigio marrone. Ma dopo una serie di analisi del Dna è stato dimostrato inequivocabilmente che invece si tratta di una nuova specie e differisce dal suo parente più vicino.

Nonostante la scoperta scientifica sia avvenuta in ritardo, il rischio di estinzione per il Lesula rimane purtroppo agguato. Per quanto la remota regione centrale della Repubblica del Congo, dove vive il Lesula, non soffra dell'espansione degli insediamenti umani o minerari, è comunque preda della caccia delle popolazioni locali in virtù della sua carne. Hart e i suoi collaboratori hanno proposto dunque di prendere misure cautelative, per regolare la caccia e istituire un Parco Nazionale del Lomami.