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lunedì 30 aprile 2012

Google Drive: cose utili da sapere in merito alla privacy dei files

Affidare tutti i propri files a un unico grande servizio on-line pare essere una cosa all'ordine del giorno. Ma nel caso di Google il lancio di Drive, il suo servizio di cloud storage, potrebbe rivelarsi un modo di dare a Mountain View il controllo su un'altra fetta della nostra vita. I termini di utilizzo stabiliti da BigG parlano chiaro: i file rimangono vostri ma noi possiamo utilizzarli come e quando vogliamo. 
La licenza di Drive, insomma, è la stessa adottata a inizio marzo per tutti i servizi Google. Una scelta strategica che permette a BigG di unificare tutti i contratti di utilizzo dei propri servizi e affrontare con più facilità le cause legali intentate dall'esterno. Quindi, se volete mettere i vostri file sulla nuvola di Google dovete prima tener conto di questi piccoli, fondamentali dettagli: 
1) Siete i proprietari dei vostri file: 
I termini di servizio di Google sono chiari: “ quello che vi appartiene resta vostro”. Se caricate un file su Drive, potete condividerlo con chiunque vogliate, diffonderlo su altri servizi o social network e scegliere di rimuoverlo quando volete. Su questo punto Google vi dà praticamente carta bianca, ma aspettate almeno di leggere il punto successivo. 
2) I file sono vostri ma Google li può usare:
Google ha abbandonato il burocratese e ha chiarito con grande efficacia cosa può fare dei vostri file: usarli, immagazzinarli, riprodurli, modificarli, realizzare opere derivate, comunicarli, pubblicarli, e distribuirli in tutto il mondo. " I diritti che si cedono", scrive BigG: " riguardano lo scopo limitato di utilizzare, promuovere e migliorare i nostri Servizi e di svilupparne di nuovi". Se non potesse manipolare questi dati, il servizio non funzionerebbe. E per questo obiettivo, possono anche darli in mano ad altre aziende partner...(CONTINUA)
(a cura di lorenzo mannella)
fonte: http://daily.wired.it/news/internet/2012/04/30/privacy-google-drive-92547.html

lunedì 16 aprile 2012

Street View di Google mette i numeri civici nei codici 'captcha' (da LaStampa)

È incredibile che, più o meno nello stesso momento in cui uno dei suoi fondatori, ovvero Sergey Brin, in un'intervista rilasciata al britannico 'Guardian', lamenta la sempre maggiore censura e chiusura in piattaforme proprietarie di Internet (Facebook e Apple), la sua stessa azienda venga messa sott'accusa per l'invasione della privacy degli utenti.
Altroconsumo - Free multimedia set
La stoccata arriva sempre dalla Gran Bretagna, ma stavolta è il ''Telegraph'' a svelare l'esistenza di un nuovo esperimento di Google che mira a riconoscere correttamente i numeri civici delle abitazioni fotografate dal servizio Street View grazie all'aiuto degli utenti. Si tratta in sostanza di una variazione del Captcha, il test di protezione che, prima di consentire l'accesso a un certo contenuto, chiede al navigatore di autenticarsi digitando correttamente una serie di lettere sfocate o poco leggibili.

In tale maniera, si ottiene un duplice risultato: confermare che il visitatore del sito è un essere umano e non un programma automatizzato e aiutare a digitalizzare una serie di libri appartenenti al pubblico dominio e stampati prima dell'era del computer. Solamente che, in questo caso, al posto di parole o simboli troppo confusi per essere letti da uno scanner, vengono proposti agli internauti numeri di abitazioni private il cui riconoscimento servirà a migliorare l'efficacia e la precisione delle mappe del colosso di Mountain View.

Niente di male, apparentemente – tranne forse il fatto che si chiede in pratica agli utenti di fare un lavoro gratuito – ma secondo l'opinione di alcune associazioni dei diritti civili, come l'inglese 'Big Brother Watch', ci sarebbero implicazioni poco confortanti dal punto di vista della privacy...(CONTINUA)
a cura di federico guerrini
fonte: http://www.lastampa.it/_web/cmstp/tmplrubriche/tecnologia/grubrica.asp?ID_blog=30&ID_articolo=10316&ID_sezione=38