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lunedì 1 ottobre 2012

Limitare il riscaldamento globale lanciando particelle ad alta quota

I '' geo-ingegneri '', scienziati di nuovo conio che contrastano i cambiamenti climatici causati dall'uomo con interventi sull'ambiente, da tempo lavorano a progetti per ridurre la radiazione solare che raggiunge la Terra, e quindi il surriscaldamento del Pianeta dovuto alle emissioni di gas serra. Ad Harvard si apprestano a lanciare ad alta quota nell'atmosfera (24 mila metri) un pallone da cui verrebbero '' spruzzate '' centinaia di chilogrammi di particelle chimiche capaci di catturare la luce solare, impedendole di raggiungere la superficie terrestre. Il lancio dovrebbe avvenire entro un anno a Fort Summer, nel Nuovo Messico, e a finanziare il progetto è Bill Gates.


Ci sono stati altri esperimenti di questo tipo - collocare specchi nello spazio o aumentare la luminosità delle nuvole iniettandole di sale marino - ai quali, però, il mondo scientifico obietta che il modo più ovvio per contrastare i cambiamenti climatici è ridurre le emissioni di elementi inquinanti, dall'anidride carbonica a tutti gli altri gas serra. La perplessità riguarda la reversibilità di questi interventi. '' Non risolvono il problema dell'effetto-serra e non affrontano gli ostacoli politici ed economici '', sentenzia l'Institute of science in society. Senza contare che il clima terrestre è un sistema complesso: difficile creare modelli con risultati predittivi attendibili.

“La Geoingegneria solare potrebbe essere un metodo poco costoso per rallentare il riscaldamento globale” ha riferito il geoingegnere David Keith, Anche se l’esperimento non può danneggiare il clima, alcuni gruppi ambientalisti dicono che i rischi ambientali globali di geoingegneria solare, sono stati già ampiamente verificati attraverso la modellazione e lo studio degli impatti della polvere solforica emessa dai vulcani. David Keith gestisce un fondo multimilionario di ricerche, fondato come detto da Bill Gates, e ha già commissionato uno studio a una società aerospaziale sulla fattibilità della distribuzione delle nuove tecnologie solari. L’esperimento che effettuerà con James Anderson avrà luogo tra meno di un anno e comporterà il rilascio di particelle per verificare l’impatto sull’ozono.

«Il test sarà condotto direttamente nell’atmosfera poichè in laboratorio non è possibile ricreare le complesse interazioni tra tutti gli elementi dell’ambiente reale» ha spiegato Anderson in una recente intervista al Guardian. «Questo test tuttavia non servirà a variare il clima ma solo a testare l’efficacia del processo». Uno dei punti più complessi sembra infatti la messa a punto di molecole di solfati della giusta dimensione. Siccome è possibile simulare la complessità della stratosfera in laboratorio, Keith dichiara che l’esperimento darà l'opportunità di migliorare i modelli di come lo strato di ozono può essere alterato su larga scala, mediante il rilascio di solfati.


Keith e Anderson condurranno il loro curioso esperimento irrorando l’aria sopra Fort Sumner, nel New Mexico (USA) con un aerosol a base di fosfati spruzzati da uno speciale pallone a 20.000 metri di quota. La loro idea è quella di replicare l’effetto di raffreddamento provocato dalle grandi eruzioni vulcaniche, che eruttando ceneri e detriti negli strati più alti dell’atmosfera, impediscono ai raggi solari di raggiungere il suolo facendone così abbassare la temperatura. Lo scorso autunno il governo britannico ha vietato 'Spice' (Stratospheric Particle Injection for Climate Engineering), ovvero un esperimento simile che prevedeva l’irrorazione dell’atmosfera con acqua.

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