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domenica 17 giugno 2012

Luoghi da visitare: NUOVA ZELANDA


La Nuova Zelanda è un posto di rara bellezza e varietà paesaggistica: montagne glaciali, fiumi impetuosi, laghi limpidi e profondi, geyser e fanghi ribollenti. La gente del posto, depositaria di una cultura che fonde insieme l'eredità europea con quella maori, è ingegnosa, premurosa e incredibilmente affabile. Gli straordinari nomi delle località (Te Awamutu, Whangamomona o Paekakariki) suonano pomposi e, con un po' di allenamento, diventano facili da pronunciare. La Nuova Zelanda è una Mecca per gli amanti del brivido e di tutti quanti amano i grandi spazi aperti e l'attività fisica. Al di sopra della terra si può fare bungee jumping, paracadutismo, paracadutismo acrobatico, discesa in corda doppia e volo; sulla terra si può passeggiare, andare in mountain bike, sciare, cavalcare, arrampicare e fare 'zorbing' (rotolare e saltare all'interno di un pallone trasparente); sotto terra si possono esplorare grotte, fare cave rafting e hydro sliding; sull'acqua si fa jet-boarding, slitta acquatica, rafting, boogey boarding (è come il surf ma si pratica stando coricati sulla tavola), canoa, kayak, surf, surf rafting e immersioni subacquee.


Nonostante le numerose originali attività praticabili, la più popolare è ancora camminare (nel gergo kiwi si dice tramping e sta per trekking). Migliaia di chilometri di sentieri tracciati e un'efficace rete di rifugi per i camminatori rendono il tramping praticabile da chiunque, camminatori provetti o gente abituata alle semplici passeggiate in campagna. La scoperta della Nuova Zelanda è stata attribuita al navigatore polinesiano Kupe, nel 950 d.C. Egli le diede il nome di Aotearoa (Terra della Lunga Nuvola Bianca). Alcuni secoli più tardi, intorno al 1350, un folto gruppo di emigranti provenienti da Hawaiki, il paese natale di Kupe, seguì le sue istruzioni di navigazione e salpò per la Nuova Zelanda, finendo col soppiantarne i precedenti abitanti o mescolarsi con loro. La loro cultura, sviluppatasi nel corso dei secoli senza subire influenze esterne percettibili, era di tipo gerarchico e spesso sanguinaria. Nel 1642 l'esploratore olandese Abel Tasman compì una breve escursione lungo la costa occidentale della Nuova Zelanda; ogni progetto di un soggiorno prolungato venne abbandonato quando, al suo tentativo di sbarcare, diversi uomini dell'equipaggio vennero uccisi e mangiati. Nel 1769, il capitano James Cook circumnavigò le due isole principali a bordo dell'Endeavour. Anche in questo caso i primi contatti con i maori furono violenti, ma Cook, impressionato dal loro spirito ardimentoso e riconoscendo il potenziale di questa nuova terra, la dichiarò appartenente alla corona britannica prima di salpare per l'Australia.


L'arte neozelandese è poliedrica, attenta alle innovazioni e alle abilità artigiane che riflettono l'eredità pakeha, maori e melanesiana. Incisioni in legno, pietra, conchiglia e osso sono molto diffuse, mentre opere di dimensioni maggiori come i 'tukutuku' (rivestimenti in legno) si possono vedere in quasi tutte le 'maraes' (case di riunione religiose). Pezzetti di conchiglie paua, pietra verde, grovacca vengono spesso montate in gioielli che si ispirano al paesaggio: orecchini a forma di foglia di gingko, occhiali da sole a forma di felci neozelandesi e collane che ricordano il gelsomino rosso. La produzione teatrale è vivace, specialmente a Wellington, e ci sono diverse gallerie d'arte, tra cui la Dunedin Public Art Gallery, la più antica e una delle migliori della Nuova Zelanda. La scena musicale è fiorente e ha dato vita a una bella squadra di talenti, da Split Enz e Crowded House alle pirotecnie chitarristiche di Dunedin's 3Ds e Straitjacket Fits, apprezzati in patria come all'estero. I neozelandesi amano moltissimo la carne. L'agnello è di qualità superiore e si trova dappertutto, mentre la carne di cervo viene proposta nei migliori ristoranti. La Nuova Zelanda è famosa anche per i suoi prodotti caseari: latte, formaggio e gelati sono infatti eccellenti. Il pesce è ottimo in questo paese: tra i pesci d'acqua salata che ricorrono spesso nella cucina neozelandese citiamo l' 'hoki', l' 'hapuka', il 'groper', lo 'snapper' e il 'kingfish'. "Aotearoa", gridarono i primi antenati dei maori quando la videro delinearsi all'orizzonte. "Land of Long White Cloud", una "Terra dalla lunga nuvola bianca", così apparve ai loro  occhi quella visione sinuosa, corteggiata dalle acque e vestita di montagne innevate, valli glaciali, distese di dune e foreste pluviali. La Nuova Zelanda è come una donna bellissima, che furtiva e remota osserva il cuore del mondo, in attesa che il suo ritmo lento e genuino lo seduca. Stato insulare dell'Oceania, perso nell'Oceano Pacifico meridionale, è formato da due isole principali: l'isola del Nord e l'isola del Sud, divise dallo stretto di Cook e da numerose isole minori.


Separata dall'Australia dal mar di Tasman, dista dalla grande sorella circa 2000 km e quattro ore di aereo, attraverso mille sfumature di orizzonte. Le stagioni vengono agli antipodi per rifugiarsi dal tempo, che scorre inesorabile ma sempre al contrario da queste parti. Lo sguardo dall'aereo plana lentamente sui confini rocciosi, fatti di gole e cascate di vento, mentre un cielo d'acquarello si muove lentamente ad est per fare il giro del mondo. Lo spettro visivo percepisce  tinte blu e verdi con pennellate di bianco, arancione e rosso, questa è la prima sensazione umana arrivando qui. Eccola la città più grande della Nuova Zelanda, Auckland, mentre sorge dai suoi vulcani, circondata dall'abbraccio del Mar di Tasmania e dell'Oceano Pacifico. Tra il fascino selvaggio della costa occidentale e l'Hauraki Gulf, la City of Sails si svela tra i suoi magnifici porti naturali, riflettendo in un mare scintillante, il bianco candido delle sue vele. Mentre le isole di Rangitoto, Great Barrier e Waiheke, punteggiano l'istmo sulla linea di confine, si potrà scegliere di partire alla volta della Coromandel Peninsula, dove i ricchi abitanti di Auckland, decidono di trascorrere le vacanze di Natale e le comuni hippy, attratti dall'eclettica individualità di questo luogo, hanno lasciato il posto a fattorie biologiche ed eremi buddisti. La terra al nord si fa sottile e il limite con le acque ancora meno evidente, dal finestrino della macchina scorrono splendide baie ornate da alberi di pohutukawa, sabbia dorata, grigia, rosa o bianca delinea spiagge selvagge, dove fare surf rappresenta un inno alla vita come il saluto quotidiano al sole che appare all'orizzonte. Siamo nel Northland, esattamente nella Bay of Island, dove possedere un bach (casa estiva) è un lusso, per chi desidera camminare a piedi scalzi in lande completamente deserte e dove le uniche costruzioni presenti, sono quelle decise dal vento. Mentre ci si sposta verso il sud della North Island, i kauri, alberi secolari e giganteschi, si ergono maestosi come antichi saggi, che lenti nei loro movimenti, ci raccontano di quando "su al nord" erano i sovrani assoluti. 

fonti:   SI RINGRAZIANO   LonelyPlanet   -   RepubblicaViaggi

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