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mercoledì 14 novembre 2012

La delicata mano robotica ideata tra Bologna e Napoli: progetto Dexmart

Cinque lunghe dita, ognuna dotata di sensibili sensori tattili capaci di maneggiare delicatamente senza romperlo, ruotare una carta di credito o afferrare una penna. Stiamo parlando della mano robotica messa a punto nell'ambito del progetto Dexmart da un team internazionale di ricercatori, tra cui quelli dell'Università di Bologna, della Seconda Università di Napoli e dell'Università di Napoli ''Federico II''.


E' la prima a non avere dimensioni esageratamente grandi ma molto simili a quelle umane, e soprattutto è la prima a poter compiere movimenti tanto complessi. Per realizzarla sono serviti ben 6,3 milioni di euro, messi a disposizione dall'Unione Europea. Per ridurre le sue dimensioni, i ricercatori hanno utilizzato un sistema di ''tendini'', fatti di cavo di materiale plastico intrecciato, ideato all'Università tedesca del Saarland. Questi cavi hanno reso inutile la presenza sulla mano degli ingombranti venti motori necessari al movimento delle articolazioni e che sono spostati nel polso e nell'avambraccio. I sensori sulle dita sono in fibra ottica e permettono di distinguere gli oggetti da maneggiare. Il controllo è più semplice di quanto potrebbe sembrare: recenti studi nel campo dele neuroscienze hanno suggerito che per l'oltre ottanta per cento delle prese che una mano robotica deve fare, basta poter controllare tre movimenti coordinati delle articolazioni. Sebbene sia presto per pensare ad applicazioni commerciali, alcuni dei giovani ricercatori che hanno lavorato a questo progetto stanno pensando di avviare una start-up per la produzione di una decina di mani all'anno da vendere ai laboratori di ricerca a un prezzo di circa 15 mila euro, parecchio inferiore ai cento mila euro dei modelli attualmente disponibili.


Secondo Chris May, scienziato presso il Laboratorio di tecnologia di azionamento in Germania all’Università Saarland: '' La capacità della mano robotica è così vicina a quella degli esseri umani che la visione dei robot che potrà essere impiegata per assistere le famiglie nei piccoli lavori quotidiani, nelle sale operatoria e negli ambienti industriali  La combinazione di piccoli motori elettrici con i tendini artificiali ha prodotto interessanti sviluppi nell’ambiente robotico ''. I tendini sono costituiti da un 20 cm di filo in polimero lungo collegato ad un piccolo motore elettrico ad alta velocità con una potenza di 5 Newton millimetri di coppia per stringere il tendine. I legamenti sono estremamente forti e possono sollevare cinque chili in una frazione di secondo.


Secondo Bruno Siciliano, professore all’Università di Napoli Federico II, che coordina il nuovo progetto internazionale «Dexmart», il quale vuole superare i paradossi attuali e portare in casa i personal robot,  ''entro 10-15 anni i robot coabiteranno con noi, aiuteranno gli anziani, giocheranno con i bambini, assisteranno i disabili, faranno cose straordinarie e per molti spesso drammatiche, come pulire e cucinare, diventando presenze scontate, come oggi sono quelle di cellulari, pc e tv''. 

3 commenti:

  1. Devo dire che stano facendo molti progressi sul robottino..ne avevo sentito parlare anni fà del Giappone, non pensavo ci fossero degli studi anche in Italia.

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  2. LO voglio già addestrato per i lavori quotidiani e la colazione a letto!

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